Un’azienda, per mantenersi prospera e vivere a lungo, va curata; esattamente come un essere umano. Il pericolo più temuto è il fallimento, ovvia conseguenza di crack finanziario e crisi.
Fortunatamente in molti casi, anche se il tracollo sembra l’unica conclusione possibile, si può salvare un’azienda da questo pericolo. La soluzione però non è effettuare dei tagli sul personale; se è vero infatti che così facendo si riducono i costi di gestione, è altrettanto vero che il ritorno economico in termini di immagine e condizioni di vivibilità all’interno dell’azienda peggiorano influendo anche sulla qualità del lavoro.
L’Haward Business Review ha pubblicato a proposito un articolo, reperibile sul sito www.zetaacademy.it (sezione blog del portale) in cui si fa notare agli imprenditori che sarebbe meglio fare un uso meno eclatante delle politiche di licenziamento e, qualora fosse proprio necessario ricorrere a dei tagli del personale, farlo in maniera equa e ponderata. Grandi imprese come Nokia e Michelin hanno risolto i loro problemi a monte grazie alla pianificazione aziendale.
Evitare il tracollo
Chiaramente per salvare capre e cavoli è necessario poter contare su un adeguato sostegno proveniente da finanziatori e creditori nonché poter confidare nel lavoro di squadra e nella dedizione dei dipendenti (dedizione che difficilmente si ottiene creando un clima di lavoro ostile).
Nei momenti di floridità economica poi sarebbe sempre il caso di accantonare piccole quote di capitale ricavato. Queste, depositate e mai utilizzate, andranno accumulandosi dando modo all’azienda di far eventualmente fronte ai periodi bui.
Debiti insoluti
Nel caso in cui l’azienda si avvii verso il declino per un’insolvenza è necessario tentare di stringere un accordo con i creditori ed i finanziatori. La soluzione più indicata in questi casi è quella di rivolgersi a enti specializzati nel prestito di denaro e capaci di garantire al malcapitato imprenditore tassi di interesse al ribasso e lunghe rateizzazioni.
La pressione fiscale così si alleggerisce parecchio consentendo all’impresa di respirare, produrre ed estinguere gradualmente il debito.
Consulenze di credito
Altra soluzione efficace è quella di rivolgersi ad una società specializzata nella consulenza di credito. Essa, una volta presa visione dei problemi di una data azienda potrà stilare un piano d’azione.
In genere queste compagnie trattano con un occhio di riguardo gli imprenditori, soprattutto se alle spalle hanno una conclamata storia da buoni pagatori. Tanta accondiscendenza si deve alla necessità di preservare l’azienda per non creare nuovi disoccupati.
Svendita patrimoniale
E’, insieme ai licenziamenti, una delle soluzioni più drastiche che si possano adottare. Essa si mette in atto soltanto nel momento in cui viene dichiarato il fallimento.
Ad occuparsi della questione è in genere un funzionario nominato dal tribunale che, venduti tutti i beni materiali posseduti dall’azienda, risanerà i debiti contratti dall’imprenditore.
Azienda in crisi cosa fare
Mai pensare di poter gestire tutto da soli: condurre un’azienda non è affar semplice e, dato che quattro occhi sono meglio di due, ogni impresa dovrebbe avere un analista finanziario incaricato di gestire il capitale e stilare piani di previdenza o di gestione.
Buona norma è poi evitare di accumulare troppi debiti.