Può esistere un film costruito esclusivamente con le riprese effettuate da diversi sistemi di videosorveglianza?
Se la domanda ti sembra assurda la risposta ti lascerà spiazzato: sì, è stato effettivamente realizzato ed è anche stato presentato al Locarno Festival.
Il nome di questo film è Dragonfly Eyes ed è un’opera del regista Xu Bing il quale ci racconta una drammatica storia d’amore ambientata in Cina. Nella pellicola è palpabile il senso di alienazione e solitudine della società che viene narrata.
Magari non lo sai ma è stato stimato che, di media, ogni persona viene “spiata” da delle telecamere di sicurezza circa 300 volte al giorno. Il film evidenzia proprio questo concetto: la nostra vita e la nostra privacy, in verità, sono costantemente sotto lo sguardo vigile di occhi indiscreti che catturano moltissimi momenti della nostra giornata e della nostra stessa esistenza.
L’elemento davvero originale del film è che il film è, di fatto, una seguenza di footage che realmente provengono da sistemi di videosorveglianza.
Ma di cosa parla Dragonfly Eyes?
Sullo sfondo una storia d’amore destinata ad un epilogo drammatico. Qing Ting è una ragazza in procinto di diventare monaca e che, improvvisamente, decide di uscire dal monastero e ritornare alla vita esterna. Viene quindi assunta in una fabbrica, proprio qua conosce Ke Fan il quale compie un atto illegale che lo porterà in galera, tutto questo nel tentativo di dimostrarle il suo amore. Una volta uscito, Ke Fan scopre che la ragazza ha deciso di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica e, al tempo stesso, è riuscita a diventare famosa sul web con lo pseudonimo di Xiao Xiao. Il finale è drammatico in quanto la ragazza viene aggredita sui social, fatto che la porterà al suicidio. Ke Fan decide, quindi, di reinventare se stesso e la sua vita per sopravvivere alla perdita della sua amata.
Il film è certamente originale e tratta delle tematiche attuali e scottanti. Il regista Xu Bing ha fortemente voluto la realizzazione di questa pellicola, solo recentemente però ha potuto realizzarla per una questione di autorizzazioni varie all’accesso di filmati degli impianti di videosorveglianza.
Se quindi, da una parte, il film parte con le migliori intenzioni (e le più rosee aspettative), dall’altra appare troppo sovraccarico di immagini generando un effetto “bombardamento” che, alla fine, non risulta così gradevole. Immagini di incidenti stradali, pestaggi ed incidenti aerei si mischiano a scene ridicole dal sapore amaro come, ad esempio, la scena durante la quale la ragazza scivola in acqua.
Dragonfly Eyes prende spunto da un problema, una condizione davvero molto attuale che riguarda molto da vicino i nostri tempi. Una società che a volte sembra distorta e persa nei labirinti della tecnologia. Una società che vuole essere sempre più sicura e, di pari passo, diventa sempre meno a dimensione d’uomo e che ci priva troppo spesso della nostra privacy, della nostra intimità.
Anche il gesto estremo di Qin Ting (alias Xiao Xiao), purtroppo molto attuale anche nel nostro Paese, rappresenta l’alienazione dalla realtà, quella vera e una sempre maggiore fusione con il mondo virtuale.